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L’intesa raggiunta alla UIR da Almaviva e le Segreterie Nazionali CGIL-CISL-UIL-UGL vanifica la lotta dei lavoratori Almaviva Contact degli ultimi mesi. Uno dei punti principali che si era andato affermando durante le mobilitazioni, oltre al ritiro dei licenziamenti, era l’eventuale attivazione di un ammortizzatore sociale a livello nazionale, questo per una serie di ragioni: evitare la certificazione degli esuberi solo su Roma, Napoli e Palermo che avrebbe comportato l’individuazione di bacini specifici per futuri licenziamenti, il cercare di abbassare la percentuale di CdS per ogni singolo lavoratore attraverso una equa distribuzione dell’ammortizzatore sociale per diminuire la perdita di reddito pro capite (il termine Solidarietà che definisce lo strumento ha una sua ragione). Come Cobas sin dall’inizio della vertenza avevamo indicato quello che secondo noi era un altro punto fondamentale: nessun peggioramento delle condizioni di lavoro.

Con questa intesa l’azienda ottiene una CdS che, anche se formalmente aperta su tutte le sedi, sostanzialmente verrà concentrata sui soli tre siti di Roma, Napoli e Palermo, in quanto le percentuali indicate sono percentuali massime: nessuno potrà impedire all’azienda di abbassare le percentuali a suo piacimento sulle restanti sedi, anche sotto il 5% (con la CdS mista si potranno applicare riduzioni orarie dell’1-2%).

In pratica saranno i PT 5-6 che pagheranno il costo di questa operazione: massima flessibilità per i PT 5-6 ore di Roma, Napoli, Palermo (con un evidente peggioramento delle loro condizioni sia economiche, con maggior costi di trasporto, sia di gestione dei tempi di vita) e percentuali azzerate sulle altre sedi, una mossa che discriminerà dei lavoratori comunque part-time e con stipendi bassi.

Inoltre la flessibilità viene ulteriormente incrementata con la pianificazione della CdS ogni 15 giorni.

Il blocco dello spostamento dei volumi e delle commesse tra le diverse sedi è un altro punto estremamente negativo: si regala all’azienda la sicurezza di poter mantenere il maggior numero degli esuberi sulle tre sedi interessate dai licenziamenti, senza nessun obbligo di riequilibrio dei volumi di lavoro.
Con il tanto sbandierato “Tavolo permanente Almaviva” aperto in sede ministeriale, la normalità sarebbe stata quella di un’equa distribuzione della CdS su tutti i siti, senza l’utilizzo discriminatorio della CdS orizzontale, in attesa degli sviluppi successivi.

Oltretutto risulta singolare la modalità con cui si cerca di dare seguito all’intesa raggiunta: si vuole far approvare ai lavoratori, non una Ipotesi di Accordo scritta e immodificabile, ma delle indicazioni contenute in un comunicato delle Segreterie Nazionali CGIL-CISL-UIL-UGL, le stesse che sostengono la bontà dell’intesa.

Inoltre le procedure di approvazione della stessa risultano diverse nelle varie sedi, e in giorni differenti, preannunciando inesorabilmente la pantomima a cui saremo costretti ad assistere nei prossimi giorni.

PER QUESTO RITENIAMO QUESTA MODALITÀ DI VOTAZIONE INACCETTABILE!

Al solito pseudo-referendum di cgil-cisl-uil-ugl posto ai lavoratori, ovvero, o accordo peggiorativo o licenziamenti, rispondiamo con un nostro quesito da porre a tutti i lavoratori Almaviva Contact di tutte le sedi:

ACCETTARE L’ENNESIMO ACCORDO PEGGIORATIVO O SCENDERE DI NUOVO IN PIAZZA PER DIFENDERE POSTO DI LAVORO, DIRITTI E SALARIO?

COBAS Almaviva Contact

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