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Come da copione e come nelle migliori TELEVENDITE, l’AD ha presentato il progetto Aziendale che lo vedrà protagonista nei prossimi anni. La presentazione è stata anticipata dalla pubblicazione di comunicati stampa sintetici che non lasciavano intravedere alcuna sorpresa.

Una prima lettura ci permette di dire – ANCORA UNA VOLTA e lo ha confermato anche l’AD – che il piano principale è tutto legato alla trattativa e alla valorizzazione della NETCO, rispetto alla quale il Memorandum sottoscritto con KKR/CDP/MACQUAIRE ha definito la road map per arrivare ad una completa cessione della gestione della rete d’accesso secondaria. I tempi della operazione prevedono 15-18 mesi.Importante il passaggio sugli aspetti regolatori: se la trattativa definisse una proprietà controllata al 100 % da capitali Italiani saranno le autorità del nostro Paese a definire questi aspetti, in alternativa saranno le autorità europee e italiane in modo congiunto a definirne i passaggi.

CESSIONE della RETE, quindi, il PIANO PRINCIPALE e a seguito della COSTITUZIONE DELLA NETCO, la nuova TIM sarà quindi costituita da 3 principali Aziende: TIM CONSUMER, TIM ENTERPRISE e TIM BRASILE. Ad una prima interpretazione non si tratterà di una HOLDING bensì di società distinte in cui prevedere partner finanziari anche nuovi. La NUOVA TIM venderà servizi con strutture  snelle. “The new TIM, not a holding company”  traduzione “La nuova TIM non è una Holding” (come si legge nella SLIDE 31).

Obiettivo abbattere il debito e abbattere i costi in una prima fase e poi consolidare il processo. SI tratta però di PREVISIONI DI MERCATO che hanno una caratteristica:

nella NETCO il management spera di far confluire circa 11 Miliardi di debito, ed un personale pari a 21400 FTE (2021) che diventeranno 17.000 nel 2025 e 15.000 nel 2030.

nella SER.CO prevedono di mantenere circa 5 miliardi di debito al termine del 2025, da raggiungere questo obbiettivo anche con la cessione di quote di minoranza in TIM ENTERPRISE.  L’obiettivo di riduzione di costi in SERCO stimato intorno al 30%, avverrà anche con la riduzione del personale che passerà da 14.000 (2021) a 11.000 nel 2026 per la CONSUMER e rimarrà quasi invariata in ENTERPRISE.

L’Azienda ha anche precisato che in caso di MANCATA FINALIZZAZIONE del progetto ci sono delle opzioni alternative che hanno comunque l’obiettivo di ridurre i costi e mantenere il posizionamento nel mercato. Anche fra queste opzioni è prevista  la riduzione della presenza azionaria in TIM CONSUMER e in TIM ENTERPRISE e la cessione di altri eventuali ASSET.

Il prossimo appuntamento è il 4 Agosto in cui l’Azienda lancia la sfida dicendo che sarà in grado di dimostrare ai media e alla comunità finanziaria che il suo piano è realizzabile.

Continuiamo a sostenere che se tale piano andasse in porto ai lavoratori e alle lavoratrici, al Paese resteranno i COCCI di una scelta scellerata sottaciuta, se non proprio sostenuta anche dalla attuale classe politica, che premia tutela e garantisce i capitali privati a discapito dei lavoratori e del bene del paese.

Riteniamo che sul capitolo delle ricadute occupazionali, citate diverse volte nel corso delle presentazioni, ne sapremo di più una volta che verrà convocato il COORDINAMENTO NAZIONALE.

NEL FRATTEMPO I COBAS TIM hanno rinnovato le procedure di raffreddamento, RITENENDO NECESSARIA la più ampia mobilitazione sindacale.

Rimanere a guardare è stupido e complice.

Roma 7 Luglio 2022

COBAS TIM