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Nell’incontro del 12 novembre abbiamo ascoltato le intenzioni aziendali per una nuova dislocazione dei propri dipendenti sul territorio romano. Roma inoltre è la città più colpita  da questo piano che vede solo 2 città coinvolte.

Sembrerebbe  che il Nuovo Piano Spazi prenderebbe corpo dall’Accordo sullo SMARTWORKING FIRMATO il 4 Agosto scorso, anche se a noi risulta affatto che quell’accordo dovesse comportare un aumento del disagio per migliaia di lavoratori e lavoratrici di questa azienda. Anzi a rileggerlo si penserebbe proprio il contrario. Basterebbe leggere la premessa per ripensare un piano spazi che possa conciliare le esigenze di risparmio aziendale con l’ottemperanza degli impegni presi in quel tavolo.

Entrando nel merito della questione: Il Piano presentato lo riteniamo farraginoso e non rispettoso dei percorsi di relazioni fin qui svolti sul territorio di Roma e Lazio, e lo affermiamo pur comprendendo le necessità createsi con l’estensione del lavoro remotizzato (causa Pandemia), la riduzione delle postazioni necessarie frutto della estensione a 30000 addetti del bacino previsto dall’Accordo del Lavoro Agile.

Questo piano che vede la chiusura di molte sedi, oltretutto da poco ristrutturate, spicca per la completa scopertura di un quadrante (Roma Est) e l’accentramento del personale su alcuni palazzi  che stresserà tutti i servizi della sede, la relativa mobilità e la stessa fruibilità degli spazi all’interno di essa, spazi che non saranno decongestionati dall’alternanza prevista dal lavoro agile.

Inoltre, facciamo notare che da poco avevamo risolto alcune questioni legate alla dislocazione di alcuni settori particolarmente disagiati, i quali, oggi vengono di nuovo messi sull’altare del risparmio (…sempre loro!).

Per quanto ci riguarda questo piano cosi come ci è stato presentato è da modificare in molti aspetti, tenendo a mente sempre che se ci sono tante disparità salariali e professionali queste differenze non possono essere nascoste quando poi si parla di conciliazione vita\lavoro, quando si tratta di monitorare i tempi e i km di percorrenza per raggiungere la sede di lavoro (p.13 Accordo del 4 agosto 2020). 

Per tutti questi motivi chiediamo che nel prossimo incontro si possano approfondire alcuni temi anche in prospettiva di un accordo territoriale necessario vista la peculiarità del Territorio Romano e considerato che non tutta Italia è impattata da questo nuovo piano moving dopo che il primo aveva già prodotto molteplici disagi, aumento dei costi per i dipendenti e per l’azienda, calo di produttività.

Riassumiamo brevemente quali temi hanno necessità di essere discussi:

  • Aumento di ALMENO 1 GIORNO A SETTIMANA per tutti coloro che hanno la modalità spezzata del LA, al fine di alleggerire la presenza contemporanea sulle sedi in cui si accentra il personale, la mobilità e gli stessi tempi e costi di percorrenza per tutti quei dipendenti che vedranno raddoppiare o triplicare gli stessi. Aumento dei giorni Jolly (che nell’accordo nazionale sono 12) per tutto il personale che vive fuori Roma.
  • Mantenimento di una sede almeno nel quadrante Est che possa rispondere alle necessità di quei poli alternativi a quei settori che ne sono completamente esclusi e che fin qui insistevano nel quadrante.
  • Garanzia del Mantenimento di almeno 2 Poli per settore
  • Garanzia del rispetto normativo ed etico che prevede la L.104\92.

A titolo esemplificativo indichiamo il mantenimento del polo di Acilia per il Business a fronte dello stesso spazio che si deve risparmiare per i colleghi del Fraud che non potranno tornare in via di Macchia Palocco e che valutano questa eventuale decisione come una ritorsione da parte di quella fetta di azienda e quella parte di sindacato che si erano già palesemente opposti al loro trasferimento presso la sede di Gattamelata.

Auspichiamo quindi l’apertura della discussione su questi temi al fine di trovare le soluzioni più immediate ad un piano spazi che non può avere come unico driver il risparmio a carico dei dipendenti piu’ fragili!

Roma 19/11/2020

COBAS TIM