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Con il primo di aprile, decadendo il decreto di emergenza sanitaria, in tutti i luoghi di lavoro (nel pubblico e in molti del privato si sta già facendo da mesi) si rientrerà in varie modalità. Finirà quello che fino ad oggi abbiamo visto come lavoro domiciliare o remoto.

A tal punto che anche l’obbligo del vituperato Green Pass per gli under 50 per l’accesso nei luoghi di lavoro sembra sia in procinto di essere superato, mentre per gli over 50 si passerà al tampone.

In Tim è stato inviato un sondaggio ai lavoratori e alle lavoratrici per l’adesione al Lavoro Agile: pensato ad OTTOBRE 2020 poneva l’opzione del 5 su 5 in ufficio oppure il lavorare da casa ma con un accordo FORMALMENTE SCADUTO e che andrebbe sostanzialmente rivisto.

Ebbene contro questa decisione aziendale si è scatenata una rincorsa alla tessera, privando i lavoratori e le lavoratrici della chiarezza necessaria su ciò che è possibile rivendicare e su ciò che è NECESSARIO RIVENDICARE…ma si sa in Guerra la verità è la prima vittima…

Noi vogliamo essere chiari con i lavoratori e le lavoratrici. Riteniamo importante non approfittare della buona fede dei colleghi e colleghe costruendo un rapporto di fiducia basato sulla verità e non sulla propaganda.

In assenza di un Decreto sullo stato di emergenza che possa permettere di andare in deroga a norme in vigore, usufruire del 100% delle giornate lavorative da casa o in altro luogo che non sia il posto di lavoro si configura come altra modalità dallo SmartWorking, pertanto sottoposto ad altre regole e presupposti.

Pertanto è bene chiarire cosa rivendichiamo: Se un rafforzamento dello SW o il ricorso di massa al lavoro domiciliare o remotizzato.

Il lavoro remotizzato è stato un sacrosanto diritto rivendicato e sudato dalla maggior parte delle OO.SS. dall’inizio del COVID per tutelare la salute delle persone. Come COBAS abbiamo condiviso l’ACCORDO DELL’OTTOBRE 2020 intendendo così garantire (per il futuro POST PANDEMICO) tutti quei settori che prima non vi accedevano

Ricordiamo anche allora le critiche propagandistiche sulle firme a quegli accordi. In special modo da parte di chi oggi urla alla luna confondendo i colleghi e le colleghe per un lavoro domiciliare anche in assenza dei presupposti che lo hanno determinato.

La vera domanda da porsi oggi è: siamo certi che è possibile rientrare rapidamente a pieno regime?   Nessuno sembra porsela e in tanti oggi discutono di un ipotetico 5 su 5.

Siamo sicuri che il pericolo pandemico è cessato e possiamo rinunciare al distanziamento sociale ?

Siamo convinti che la crisi Russia Ucraina che sta facendo lievitare i prezzi di gas e petrolio non incida su questa scelta?

Vogliamo non prendere in giro i lavoratori?  Facciamo una battaglia generale per cambiare questo stato di cose, sapendo che questa battaglia non si conduce sono dentro TIM ma nel Paese, provando prima di tutto a cambiare una serie di norme.

Fino a quando non facciamo così, chiedere di rimanere a casa senza motivazione è pura demagogia, valida al massimo per la prossima campagna elettorale RSU

Al contrario, per essere estremamente chiari NOI CHIEDIAMO che la decisione per il rientro (negli ultimi anni comunicata e ritirata già 3 volte!!) venga presa in assoluta certezza e garanzia per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. In assenza di tali garanzie non vale la pena affrettarsi in decisioni aziendali che riteniamo anch’esse demagogiche e affrettate.

Qualora quindi esistano i presupposti per un rientro, e quindi cessando i precedenti per andare in deroghe alle norme vigenti, è necessario comunque un rientro graduale che mantenga il distanziamento sociale e quindi una percentuale in presenza (25%) al di sotto dell’ordinario fino alla fine del 2022, alla luce del fatto che una reale uscita dalla pandemia la potremo verificare solo nel prossimo autunno. 

Questo garantirebbe una migliore gestione delle figure fragili, colleghi con problematiche scaturite da 2 anni di emergenza sanitaria, riambientamento psicologico.

Riformare infine l’accordo sul Lavoro Agile sulla scorta dell’esperienza forzata di questi 2 anni raccogliendo il meglio, e completando lo strumento nella sua natura di conciliatore tra necessita di vita e lavoro valorizzandone la flessibilità e non la coercizione o la rigidita’ con queste semplici proposte:

  • UNIFORMARE LO STRUMENTO PER TUTTI I LAVORATORI E LAVORATRICI NEL MECCANISMO GIORNALIERO
  • RAFFORZAMENTO DEI GIORNI IN LAVORO AGILE
  • RIPRISTINO DELL’UTILIZZO DELLE SEDI SATELLITE.
  • INSERIRE L’USO DEL TELELAVORO GIA’ PREVISTO DAL CCNL PER I CASI SPECIFICI 

Inoltre in diversi tavoli HSE\RLS sono state avanzate proposte di integrazione ai sistemi di purificazione dell’aria per i quali chiediamo una più attenta valutazione costi\benefici.

Abbiamo bisogno di tornare ad una parvenza di normalità che certamente non potrà mai essere quella ante 2020, ma che ci deve vedere protagonisti e non succubi di manovre elettorali.

Abbiamo bisogno di ritrovarsi a discutere tra lavoratrici e lavoratori sulla base di certezze e non sulle  voci, tornare ad occuparci delle sfide decisive sul futuro dei nostri posti di lavoro e dell’azienda nel suo ruolo di utilità sociale per il paese, non solo di mera mucca da mungere per gli azionisti.

Roma 11/03/2022

COBAS TIM