E così, il 15/12/2015 anche per i lavoratori ex Comdata Care di Ivrea che hanno intrapreso la vertenza legale contro la cessione di ramo di impresa è arrivata una sentenza che:
dice che la cessione di 914 lavoratori operata da Vodafone nel 2007 ERA ILLEGITTIMA;
ha ACCERTATO l’insussistenza dei requisiti per la cessione di un ramo di azienda;
ha DICHIARATO l’inefficacia nei confronti dei ricorrenti della cessione del rapporto di lavoro;
ha ORDINATO a Vodafone di ripristinare i predetti rapporti di lavoro.
AVEVAMO RAGIONE.
OGGI LO DICE UN COLLEGIO GIUDICANTE.
AVREMMO AVUTO RAGIONE COMUNQUE, ANCHE SE CI AVESSERO DATO TORTO PERCHÉ TUTTI NOI CHE ABBIAMO VISSUTO QUESTA ESPERIENZA E QUESTI ANNI, SAPPIAMO CHE IL RAMO D’AZIENDA NON È MAI ESISTITO NÉ PRIMA, NÉ DURANTE, NÉ DOPO, VISTO CHE DOPO UN ANNO MOLTI DI NOI ERANO GIÀ IMPIEGATI IN DIFFERENTI ATTIVITÀ.
CI RICORDIAMO TUTTO QUELLO CHE È STATO.
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L’articolo del Sole 24 Ore a Settembre 2007 che annunciava il progetto di cessione di ramo di impresa;
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La lotta fatta per impedire la cessione; le divergenze sindacali sulle modalità di condurre la lotta, i diversi obiettivi della mobilitazione;
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La nascita del comitato di base Cobas per dare voce alle nostre convinzioni;
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La frattura con Cgil, Cisl e Uil che a mobilitazione in corso avevano siglato il testo dell’accordo sulla cessione; la votazione di quel testo, l’esultanza dei firmatari dello stesso, quando per i lavoratori il momento era lacerante.
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Gli anni passati ad assistere al sistematico svuotamento dei contenuti dell’accordo di cessione non rivendicato e non difeso da chi lo aveva firmato, ma solo e sempre da noi Cobas;
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La costante presenza del sindacato Cobas per difendere i diritti, le condizioni di lavoro, per ricordare che la dignità va difesa sempre e che avere un lavoro non è abbastanza se non è ben pagato, non ha regole, non consente di avere una buona qualità di vita;
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Gli anni di conflitti e contrapposizioni sindacali forti e costanti perché siamo irrimediabilmente diversi e fieri della nostra diversità.
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L’opzione della fusione subordinata alla rinuncia alle cause legali;
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La fusione con la perdita di molti aspetti normativi relativi all’organizzazione del lavoro.
Sono stati anni impegnativi, difficili umanamente e sindacalmente.
Tante volte ci è stato detto che la cessione era storia vecchia e tante volte troppi colleghi hanno mostrato fastidio invece di pensare, valutare e a agire con autonomia di giudizio.
Noi non potevamo dimenticare e non abbiamo dimenticato che la cessione è stata una grave lesione dei nostri diritti di lavoratori e di donne e uomini.
Non potevamo dimenticare e non abbiamo dimenticato che organizzazioni sindacali che avrebbero dovuto difenderci, hanno avallato questa operazione di riduzione del personale.
Un tribunale ha sancito che non abbiamo sbagliato noi a combattere contro questa cessione a difesa dei diritti dei lavoratori, ma ha sbagliato chi non li ha difesi “armonizzando” un atto illegittimo.
SI DEVE LOTTARE PER LE PROPRIE RAGIONI, PER LE PROPRIE CONVINZIONI, PER SÉ E PER L’IDEA DI PAESE E DI STATO DI DIRITTO NEL QUALE SI VUOLE VIVERE E SI VOGLIONO FAR VIVERE I PROPRI FIGLI.
CHI SI ARRENDE SBAGLIA, CHI PREFERISCE AFFIDARSI A CHI RASSICURA FACENDO PERÒ PAGARE UN PREZZO ALTISSIMO PER LA COMODA VIA RINUNCIATARIA, SBAGLIA.
ABBIAMO LOTTATO, ABBIAMO VINTO E OGGI LA SODDISFAZIONE E’ IMMENSA.
Cobas Comdata Ivrea