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Ancora una volta veniamo a conoscenza di provvedimenti disciplinari e licenziamenti di colleghi per presunte gravi inadempienze. Sempre più spesso queste contestazioni vengono date al lavoratore dopo giorni, se non mesi, di “pedinamenti”, accertamenti più o meno diretti sulla sua attività lavorativa da parte dei responsabili, dei capi o di Risorse Umane. La maggior parte delle contestazioni sono relative a rilevamenti di timbrature non congruenti con l’attività lavorativa svolta.

Non entriamo nel merito delle contestazioni che hanno portato all’ennesimo licenziamento di un collega. Riteniamo grave questa condotta dell’azienda la quale, invece di contestare nell’immediato presunte mancanze dei lavoratori, preferisce costruire veri e propri dossier per poterli licenziare.

Nei prossimi mesi ci vedremo impegnati su diversi tavoli come Il rinnovo contrattuale di secondo livello, il rinnovo del contratto nazionale, il cambiamento degli assetti dell’azienda con le paventate uscite della rete, piuttosto che la societarizzazione del Caring, la fine dei contratti di solidarietà e la possibilità che tutto ciò comporti nuovamente migliaia di esuberi.

Non vorremmo che l’azienda con questi licenziamenti voglia dare, come già fatto in passato con diversi colleghi, il segnale che forse è meglio non protestare, non organizzarsi, abbassare la testa al volere aziendale perché se altrimenti sei fuori dal gioco.

Per tutti i colleghi che sono stati colpiti o verranno colpiti in futuro da questi provvedimenti mettiamo a disposizione la nostra struttura sindacale e i nostri avvocati per la difesa dei loro diritti.

All’azienda chiediamo di cessare immediatamente questo comportamento che crea un clima lavorativo non sereno.

Ai lavoratori e alle lavoratrici diciamo di tenere alta la guardia, che solo uniti potremmo fare valere le nostre ragioni e difendere i nostri diritti.

Roma 14/01/2019

COBAS TIM

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