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Lo sciopero nazionale Vodafone indetto dalle OO.SS. lo scorso 20 giugno contro il trasferimento collettivo di 19 dipendenti da Ivrea a Milano ha registrato un’adesione media complessiva nei Call Center del 45%, composto da un 40% di adesioni allo sciopero di un’ora e da un 5% di adesioni allo sciopero dell’intero turno che nelle sedi in cui Cobas è presente (Ivrea, Roma e Pozzuoli) ha registrato percentuali di adesione molto buone. L’adesione totale scende al 12% complessivo (10% di un’ora e 2% dell’intero turno) conteggiando anche tutti i comparti extra Call Center.

Questi dati, se da una parte mostrano un differente percepito di tale problematica tra i lavoratori di Call Center e quelli di extra Call Center, dall’altra certificano in tutta evidenza il fatto che ben il 45% dei lavoratori  in Call Center (con punte in alcune sedi dell’80%) abbiano compreso l’intento discriminatorio di tali trasferimenti e pertanto abbiano manifestato all’azienda forte dissenso su tale modo di procedere e gestire i  propri dipendenti. Per questo ringraziamo sinceramente tutti coloro che il 20 giugno scorso hanno scioperato.

Come Cobas del Lavoro Privato abbiamo più volte e in più sedi affermato che, a nostro giudizio, il sacrificio economico sostenuto dai lavoratori che aderiscono a uno sciopero non deve avere solo la valenza di “dare un segnale” per quanto importante, ma può e deve essere un atto inserito in una strategia con realistiche possibilità di raggiungere il risultato che si vuole ottenere. Per questo abbiamo organizzato a Roma due presidi, verso cui sono confluiti lavoratori di Ivrea, Roma e Pozzuoli liberati dallo sciopero per l’intero turno di lavoro. In uno dei presidi abbiamo presentato agli organi ispettivi del Ministero del Lavoro un esposto (consegnato anche alla Procura della Repubblica) per richiedere un intervento a verifica dei comportamenti discriminatori dei responsabili Vodafone, sia verso il personale proveniente da reintegra che verso il personale con esenzione alla risposta telefonica, oggi colpiti dalla procedura di trasferimento. Con il secondo presidio a Montecitorio siamo riusciti a coinvolgere nella vicenda diverse forze politiche che hanno preso l’impegno di intervenire per richiedere all’Azienda la revoca dei trasferimenti.

La giornata è stata proficua. Ci ha consentito:

– di denunciare all’opinione pubblica quanto sta accadendo attraverso la pubblicazione di un articolo sulla testata nazionale “Il Fatto Quotidiano” (http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/reintegrati-e-licenziati-odissea-in-vodafone/);

– di avere ad oggi depositate più interrogazioni parlamentari sulla vicenda sia alla Camera, che nelle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, oltre a un question time che verrà presentato domani alla Regione Piemonte;

– di azionare un’ispezione del Ministero del Lavoro sui criteri che hanno individuato i 19 colleghi da trasferire.

Ovviamente per noi non è finita qui.

Continuiamo ad essere convinti che la battaglia deve essere unica per tutti, sia a livello di lavoratori che, prima ancora, a livello di Parti Sociali. Per questo in data 8 giugno 2017 come Cobas abbiamo inviato lettera formale alle segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil per manifestare “la nostra disponibilità a un incontro per definire insieme le iniziative da mettere in atto”. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Nelle assemblee a cui abbiamo partecipato, le OO.SS. confederali hanno dichiarato ai lavoratori che, qualora l’adesione fosse stata buona, lo sciopero di un’ora sarebbe stato il primo passo di un percorso di lotta, nel caso in cui quella azione si fosse rivelata insufficiente a bloccare i trasferimenti discriminatori.

La nostra organizzazione ha inviato all’Azienda richiesta di convocazione per riparlare alla luce delle adesioni allo sciopero del 20 giugno, della decisione di procedere con questi trasferimenti. Siamo in attesa di risposta. Nel caso non arrivasse o fosse negativa siamo determinati a proseguire la mobilitazione. Nei prossimi giorni vi daremo tutti gli aggiornamenti del caso.

Nel caso in cui anche Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil fossero intenzionate ad effettuare ulteriori azioni, rinnoviamo fin da oggi la nostra disponibilità a un incontro congiunto di tutte le OO.SS. per definire unitariamente il percorso di mobilitazioni da attuare.

Coordinamento Nazionale Cobas Vodafone

26 Giugno 2017