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 Il 27 e 28 luglio l’azienda ha convocato il Coordinamento Nazionale RSU e le segreterie nazionali Slc-Fistel-Uilcom e Ugl. All’ordine del giorno: gli strumenti per ridurre il costo del lavoro nel gruppo TELECOM.

Al termine delle giornate è stato sottoscritto un Accordo Sindacale (NON FIRMATO DAI COBAS) del quale parleremo in una apposita scheda tecnica.

Nuovamente sono stati presentati i conti economici di Tim, ponendo fortemente l’accento sulla  deriva molto grave degli stessi,  che metterebbero in seria difficoltà la tenuta sul mercato del Gruppo Telecom. Di fatto un “film già visto” o, per meglio dire una “telenovela infinita” (già dai Cobas ampliamente commentata in svariate occasioni) con i consueti protagonisti: il debito, il calo degli abbonamenti per le linee fisso/mobile, una mancata generazione di cassa.

Attenzione non stiamo affermando (e mai lo faremo) che i conti dell’azienda siano floridi. Anzi, tutt’altro. Ma, come abbiamo sempre sostenuto, sono conti “in linea” con una crisi economica mondiale senza precedenti, acuita negli ultimi 2 anni dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Sono conti (compreso il debito) in linea con i grandi competitor europei e mondiali. E ci rammarichiamo ogni volta di dover sentire nell’assise del coordinamento i segretari dei confederali e molte loro RSU dare la sponda all’azienda confermando la drammaticità di questi conti e la necessità di porvi rimedio con il mero abbattimento del costo del lavoro.

E’ evidente a tutti i lavoratori e le lavoratrici che 14 anni di ammortizzatori sociali non hanno risolto alcunché, ma solo procrastinato, il declino di una azienda strategica per il paese.

E non è affatto certo che con questa “nuova” CDE e questa “nuova ISO pensione” (che sono complessivamente peggiorative rispetto alle precedenti perché creano disparità tra lavoratori e lavoratrici) che si risolveranno i nodi strutturali del Gruppo Telecom. Per stessa dichiarazione aziendale, con questo accordo si vuole di fatto “mettere in una certa “tranquillità” i dipendenti di TIM per i prossimi 18 mesi.

E POI ???? E’ mai possibile che la maggioranza della delegazione sindacale si abbassi a trattare con un’azienda una strategia a termine che non ha nulla a che fare con il reale rilancio industriale del Gruppo e che, di conseguenza, non garantisce nessun futuro certo per i lavoratori e le lavoratrici che rimarranno in azienda? E vogliamo sottacere la minaccia finale dell’azienda sul “o firmate l’accordo o ci troveremo costretti ad usare altri strumenti per contenere il costo del lavoro”?

Ancora una volta come COBAS abbiamo dovuto dire NO.  Abbiamo già pagato per colpe non nostre. Abbiamo ricordato all’azienda quanto in questi ultimi 2 anni così difficili ci siamo dimostrati coscienziosi lavorando e producendo, superando mille difficoltà, e venendo “ripagati” con nessun ristoro e con la beffa finale di non prendere il PDR nel 2022.

Abbiamo ricordato alla dirigenza che, senza un confronto su strategie industriali serie e solide si mettono a rischio i miliardi del PNRR (e quello sì è un problema drammatico). Ma, per l’azienda, non si può parlare del futuro se prima non si abbatte il costo del lavoro. La solita ricetta facile, una scorciatoia buona per tutte le stagioni, sempre più insopportabile in un contesto complessivo di crisi e di forte aumento del costo della vita.

Entreremo nel merito dell’accordo con una scheda tecnica specifica.

Però una cosa vogliamo sottolinearla. Ci preoccupa in maniera drammatica, questo sì, il futuro dei colleghi TOF e progettisti, perché anche in questo accordo in molti capitoli non vengono o interessati. Non vorremmo siano tenuti fuori dall’ammortizzatore sociale per future operazioni sulla cessione di ASSET (PIANO B ?  PIANO C?). Quindi non ci sentiamo assolutamente di dire che queste persone se la siano cavata.

COSI’ NON CI STIAMO. NON SI TUTELANO COSI’ I LAVORATORI E LE LAVORATRICI. VISTO L’ACCENTO DRAMMATICO POSTO DALLA DIRIGENZA TIM, LA DELEGAZIONE SINDACALE AVEVA IL DOVERE DI SFIDARLA SU UN RAGIONAMENTO COMPLESSIVO DI RILANCIO AZIENDALE. BASTA COLPIRE SOLO I SALARI. BASTA USUFRUIRE DEI SOLDI DEI CONTRIBUENTI PER MASCHERARE INCAPACITA’ MANAGERIALI CHE HANNO PRODOTTO UN DISASTRO IN TELECOM.

01/08/2022

COBAS TIM