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L’estate finisce con il primo dei disastri ambientali e tornano a galla tutti le questioni che ci siamo lasciati alle spalle prima delle vacanze.
Mentre il Paese viene distratto da una campagna elettorale in cui i temi reali sono elusi dai teatrini e dalle banalità (che verranno come al solito superate nel momento della formazione del Governo), rapidamente il destino del Gruppo TIM si complica ogni giorno di più.

Il 31 ottobre si avvicina e lo sbandierato patto di consultazione non vincolante con CdP-Macquaire non sta inviando segnali positivi di buona riuscita.
Eppure sono stati TANTI i GIORNALISTI ACCREDITATI ed ESPERTI DELLA MATERIA che davano per fatta “la RETE UNICA”. Tanto accreditati e tanto esperti da convincere anche i colleghi e le colleghe.

Sono gli stessi che (sempre ben informati) soffiando il vento il poppa al probabile Governo Meloni, cominciano a sparare le ipotesi paventate da Fratelli d’Italia sullo spezzatino post acquisizione Cdp. Uno schema classico della devastazione industriale portato avanti in questi anni in Italia: Si utilizzano i soldi pubblici non per rilanciare ma per ripagare gli investimenti privati.
Si parla infatti di un’OPA su TIM per poi vendere gli asset più pregiati da TIM BRASIL al settore ENTERPRISE che non avrebbero problemi a trovare acquirenti visti gli ottimi risultati che portano a costi bassissimi.

Insomma mentre il Piano Labriola naufraga e manda il Gruppo alla deriva, con la quotazione azionaria sotto i 20 centesimi, arrivano i soliti politici, pragmatici e realisti, a salvare le tasche di Fondi e Investitori privati che proprio per le loro scelte non lungimiranti si trovano in condizioni insostenibili. Probabilmente VIVENDI’ non riuscendo a “piazzare” la rete all’improbabile cifra di 31 MILIARDI sti cercando di attuare il PIANO B (sbandierato da Labriola agli azionisti) con la liquidazione degli Asset più appetibili.

Tutto cio’ era abbastanza prevedibile. Non ci conforta sapere che avevamo anticipato questi scenari a partire dal mese di NOVEMBRE 2021 e per questo abbiamo ritenuto SBAGLIATI gli accordi sulla riduzione salariale e gli ammortizzatori sociali : Un regalo fatto dai sindacati agli azionisti che non ci salva dalla deriva pericolosissima di queste ultime settimane.

Quello della riduzione e della compressione del costo del lavoro è stato in questi anni un esercizio che non ha mai portato i frutti sperati, ma ha solo ma ha solo contribuito ad avvizzire il funzionamento aziendale, ingessare i processi e alimentare disservizi, applicando cosi il classico detto in cui la “toppa e’ peggiore del buco”.

Abbiamo provato ad ostacolare tali scenari e a disinnescarli innanzitutto diffondendo una maggiore consapevolezza unita ad una azione sindacale determinata, responsabile e non assoggettata culturalmente al pensiero aziendale (cosa comune a molte OO.SS.)

Un’Azione ai minimi storici potrebbe essere un buon affare per chi compra. Per tale motivo riteniamo sia necessario costruire un movimento per la ripubblicizzazione del Primo Operatore di TLC in ITALIA, restituendogli le finalità legate al progresso tecnologico e al miglioramento dei servizi pubblici anziché lasciarlo alle speculazioni finanziarie dei privati.

PARLIAMO QUINDI di una TIM Unica e Pubblica che possa ottimizzare gli investimenti in arrivo, invece di farli cadere per le solite inefficienze finanziarie che esauriranno i fondi e non restituiranno un cablaggio egualitario e uniforme a tutto il Paese, come l’esperienza della
privatizzazione ci ha dimostrato.

Una TIM Unica e Pubblica per garantire il processo di digitalizzazione della PA, progetto sui siamo chiamati in consorzio con Leonardo e Sogei.

Un TIM Unica e Pubblica per evitare che i soldi pubblici ricadano nelle tasche di pochi invece di garantire benessere e occupazione per decine di migliaia di famiglie.

Una TIM Unica e Pubblica per permettere ad ogni cittadino l’accesso a una connessione all’altezza dei servizi digitalizzati di cui avremo sempre piu’ bisogno e riducendo anche la discriminazione in base al territorio di appartenenza o fascia di reddito.

NON ABBIAMO BISOGNO DI ATTENDERE L’ESITO DELLE ELEZIONI POLITICHE PER
COMINCIARE A LAVORARE A TUTTO QUESTO.

Mentre i parlamentari stavano per votare la cancellazione del tetto salariale (240.000 Euro) per i manager pubblici, NOI SIAMO ABITUATI A CHI CI SBATTE IN FACCIA la CDE al 25 % e la negazione del PDR e poi garantisce premi e buone uscite milionarie ai propri dirigenti per i risultati ottenuti.

Cari colleghe e Cari colleghi se non e’ questo il momento di farci sentire, se non e’ questo il momento di organizzarci in maniera utile e costruttiva, se non e’ questo il momento di far capire ai prossimi governanti che stanno lasciando un asset strategico per il Paese sull’orlo del baratro, francamente non sapremmo cosa altro dovremmo aspettare.

ORGANIZZATI PER IL TUO POSTO DI LAVORO, ORGANIZZATI CON I COBAS TIM

Roma 20/09/2022

COBAS TIM