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Il 21 Marzo si è svolto l’incontro tra AZIENDA e COORDINAMENTO NAZIONALE RSU per discutere la nuova proposta aziendale di ampliare il bacino d’uscite in ART 4.

I COBAS HANNO FIRMATO L’ACCORDO PER LE USCITE IN ART. 4 che interessa un bacino potenziale di 2000 persone e che prevede:

Uscite per PENSIONE DI VECCHIAIA

Per gli uomini sono previsti non più di 72 MESI (6 ANNI) fino alla maturazione dei requisiti minimi. La maturazione di tale diritto dovrà avvenire entro il 30 NOVEMBRE 2029

Per le DONNE – non più di 84 MESI (7 ANNI) al 30 NOVEMBRE 2030

Uscite per PENSIONE ANTICIPATA (o ANZIANITÀ’ di servizio)

Per gli uomini tra i 58 MESI e i 72 MESI dalla maturazione dei requisiti minimi (30 NOV.2029)

Per le donne tra i 58 e i 81 mesi dalla maturazione dei requisiti. La maturazione dovrà avvenire tra il 31 agosto 2028 e il 31 agosto 2030

L’azienda chiederà ai colleghi e alle colleghe di allegare l’estratto conto previdenziale e/o il print screen data pensionamento presunta scaricato da MY INPS al momento della presentazione della domanda.

Per il personale TOF e PROGETTISTI di RETE e relativo personale di coordinamento il requisito per la maturazione della pensione di vecchiaia e per l’uscita anticipata (anzianità) è anticipato al 30 GIUGNO 2028, quindi 4 anni e 6 mesi.

L’Azienda si impegna ad assumere personale femminile in numero corrispondente alle colleghe che usciranno aderendo all’esodo anticipato.

L’Azienda ha preso anche impegni per non ostacolare le uscite di personale TOF/PROGETTISTA nelle finestre previste dall’accordo del 28 luglio 2022 (giugno/novembre ’23) e mantenere in essere il JOB POSTING per il reclutamento di personale in questi settori

Altri dettagli potranno essere letti nel testo dell’accordo

Nonostante permangano alcune criticità, abbiamo ritenuto di sottoscrivere l’accordo per poter garantire ad un’ampia platea di colleghi e colleghe la possibilità di uscire.

Si tratta per quanto ci riguarda di un accordo PALESEMENTE DIFENSIVO. Per questo non ci siamo sottratti alla responsabilità. Il fatto che tale accordo sia svincolato da ulteriori applicazioni della CDE o CDS ci ha consentito di prendere la decisione, così come facemmo già nel FEBBRAIO 2019. Ricordiamo ai lavoratori che i precedenti accordi sulle uscite erano stati da noi rigettati proprio perché l’Azienda ha sempre cercato di finanziare le uscite con il taglio dei salari determinato dall’applicazione dell’ammortizzatore sociale.

Le criticità rimangono nel settore TOF e PROGETTISTI di rete per i quali solo al termine di un’estenuante trattativa terminata a notte fonda è stata inserita la possibilità di uscire con “4 ANNI e 6 mesi”, opportunità che si aggiunge a quella già prevista dei 5 anni inserita nell’accordo del 28 luglio 2022 (ART 5-BIS Legge 41).

L’incontro era iniziato con la solita minaccia da parte aziendale di procedere alla definizione di esuberi e di uso delle normative di legge previste per gestirli. Un meccanismo odioso che si è accompagnato alla descrizione – sempre da parte aziendale – di un futuro cupo determinato dalla crisi del settore dove anche VODAFONE e WIND/TRE stanno procedendo alla riduzione del personale, dalla discussione sullo “scorporo della rete” e dal procedere del Piano Industriale che in ogni caso determinerà -se non fermeremo le volontà del MANAGEMENT– la costituzione di GOOD COMPANY e BAD COMPANY dagli effetti deleteri.

L’azienda ha poi voluto precisare anche alcuni numeri legati al precedente piano di uscite che ha ritenuto al di sotto delle proprie aspettative

ARTICOLO 4 – LEGGE FORNERO 688 persone su una base prevista di 1200

ARTICOLO 5/BIS – LEGGE 41/2015 644 persone su 1174 previste (unica finestra novembre 2022)

Circa le cause relative alle scarse adesioni al precedente piano di uscite riteniamo che siano assolutamente legate alle cifre molto basse dell’assegno di ISO PENSIONE e futura PENSIONE.

DA QUEST’ANNO, POI, ABBIAMO COMINCIATO AD ASSAPORARE (AMARAMENTE) I FRUTTI DELLA RIFORMA DELLE PENSIONI DOVUTI al passaggio al SISTEMA CONTRIBUTIVO verso il quale Partiti, Governo e parti sociali, ricordiamo, sono stati accesi sostenitori fino al punto di vedere i sindacati confederali a sedere addirittura nei CDA dei FONDI PENSIONISTICI PRIVATI.

Pertanto visto che l’Azienda non ha raggiunto i numeri prefissati, ci fa pensare che gli siano avanzati dei soldi (sottratti ai lavoratori con la CDE) e quindi pensiamo che gli accantonamenti del precedente piano possano essere riversati in questa nuova proposta di uscite per renderle più appetibili.

Ciò nonostante, più probabilmente , anche in questo caso, i colleghi e le colleghe dovranno fare i conti con assegni inferiori alle loro necessità. Comunque – come detto inizialmente – la volontarietà consentirà ad ognuno di scegliere in base alle proprie possibilità.

Resta il tema del futuro:

L’Azienda è stata abbastanza chiara. Ha intenzione di procedere nel Piano industriale illustrato a Marzo 2022. Ha intenzione di perseguire la separazione e valutare la vendita della NETCO.

I COBAS da mesi sostengono che senza una adeguata MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI e DELLE LAVORATRICI sarà difficile arginare gli effetti negativi di tali scelte, che trovano una sponda anche complicità nei partiti e nel Governo.

Le scelte aziendali sono solo di tipo FINANZIARIO e hanno come obiettivo quello di scaricare il debito su altri ed abbandonare lavoratori e settori considerati veri e propri fardelli.

In questo quadro la crisi del settore che investe ormai tutti gli operatori amplia il panorama negativo. I maggiori operatori sono alle prese con crisi occupazionali e di ricavi. Ma la soluzione che propongono le imprese sono sempre quelle di ridurre il costo del lavoro.

NOI PENSIAMO INVECE che il problema si possa affrontare rimettendo al centro il tema di TIM UNICA e PUBBLICA come motore della rinascita di un settore dove l’innovazione tecnologica deve essere al servizio del Paese e delle persone.

QUESTA E’ LA CHIAVE CON CUI si deve aprire una mobilitazione generale in TIM che trascini l ‘intero settore TLC, settore dove tra l’altro non si parla di RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE oramai scaduto che aumenta la forbice dell’incidenza dell’inflazione sui nostri salari ogni giorno che passa.

Basta a chi propone soluzioni artificiose volte solo a tutelare gli interessi dei fondi privati speculativi e delle imprese

Roma 23 Marzo 2023

COBAS TIM