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A più di un mese dall’emergenza Coronavirus, apprendiamo dall’AD Gubitosi che ormai 32.000 lavoratori e lavoratrici sono in Smart Working, circa l’80% della forza lavoro impiegata tramite la remotizzazione della postazione.  Questo ci rallegra perché fin da subito abbiamo spinto per l’estensione del LAVORO AGILE, al fine di garantire sicurezza e salute ai lavoratori e alle lavoratrici.

Riteniamo anche di aver contribuito direttamente, come COBAS, ad estendere tale tutela, incalzando l’Azienda, valorizzando le scelte che ha fatto quando le abbiamo ritenute giuste. Abbiamo sempre INDICATO con precisione i comportamenti da adottare e gli obblighi dell’Azienda, al fine di evitare il rischio del contagio. In questo momento e nel più breve tempo possibile, riteniamo vada completata l’opera di remotizzazione di tutto il personale.

L’Azienda sostiene, inoltre, di aver chiuso circa 235 Sedi. Possiamo stimare, quindi, un risparmio netto mensile sui costi industriali di almeno 1 Milione di Euro al Mese. Non erogare il buono pasto a 32.000 lavoratori le fa risparmiare altri 4.500.000 di Euro circa.

Se a questo aggiungiamo il fatto che allo SMART WORKING corrisponde una generale tenuta dei livelli di produttività individuale, possiamo dire che tutto sommato ci troviamo di fronte a cifre soddisfacenti nonostante il clima di emergenza nazionale e internazionale.

PENSIAMO QUINDI GIUSTO E NECESSARIO rivendicare delle integrazioni salariali per tutti coloro i quali si trovano oggi in SMART WORKING. Le cifre che l’azienda ha risparmiato a causa della drammatica emergenza, devono – secondo noi – essere redistribuite ai lavoratori e alle lavoratrici sotto forma dell’erogazione del buono pasto (o di quota paritetica di salario in busta paga) per tutto il periodo che dovranno rimanere a lavorare da casa.

Il Buono pasto è parte del SALARIO, quel salario che le imprese vorranno tramutare in welfare nei prossimi rinnovi contrattuali di settore e/o aziendale. La sua rivendicazione è per noi sacrosanta, considerato che altri gestori di telefonia già lo riconoscono.

GUARDIAMO AL FUTURO:

Da questa situazione di estrema crisi dobbiamo trarre anche delle lezioni utili per il futuro.

Va capito che, soprattutto nelle grandi metropoli, il ricorso al lavoro da casa deve essere ampliato rispetto ai bacini previsti inizialmente. Nell’ottica del recupero salariale va superato quanto previsto dall’Accordo sul LAVORO AGILE/SMART WORKING (18 luglio 2019) e va applicata, secondo noi, la normativa nazionale (L. 81/2017) sul trattamento economico.

La convocazione del Coordinamento Nazionale RSU il 6 Aprile ci potrà permettere di stabilire con l’Azienda il percorso più opportuno per arrivare a questo obiettivo. I mezzi per farlo ci sono e i risultati di questo periodo ci danno ragione in tal senso.

Il Governo, con i vari decreti ministeriali ha confermato, il ruolo strategico di TIM e delle sue infrastrutture contraddicendo gli “stregoni” del libero mercato e della politica i quali hanno cercato di cancellare e di far morire questa azienda.

Riteniamo che la differenza debba farsi strada, sia nelle rivendicazioni sindacali all’altezza della sfida, sia nelle scelte Aziendali.

Roma 01/04/2020

COBAS TIM