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Lo scorso 6 aprile con la presentazione del piano industriale l’amministratore delegato di Tim dichiarava l’assenza di esuberi ed elogiava una azienda in forte crescita grazie ai progetti su CLOUD, FIBRA OTTICA e CONTENUTI EVOLUTI (accordo sui diritti del calcio). La lettura dei bilanci ci parlava certamente di una contrazione di ricavi (minore rispetto agli anni precedenti e di molto inferiore rispetto ai competitor in epoca di pandemia) ma anche della capacità di abbattere nuovamente il debito di circa 3 miliardi e distribuire, così, i dividendi agli azionisti.

L’incontro con il COORDINAMENTO NAZIONALE RSU, lo scorso 22 aprile, ha sancito il percorso che ci vedrà impegnati nel prossimo biennio: Ancora solidarietà espansiva, ancora sacrifici per i lavoratori e le lavoratrici con la conseguente decurtazione salariale e la beffa di dover fare formazione in alcune delle giornate in cui si è assenti dal lavoro. Questa è la prima grande novità.

Sempre il 22 Aprile abbiamo assistito all’ipocrisia di una FINTA TRATTATIVA SUL FONDO NUOVE COMPETENZE:  L’Azienda lo aveva indicato come uno degli strumenti da applicare insieme ai CDE. L’intento era quello di aggiungere ai 2,8 Milioni di ore già finanziate altri 3 milioni di ore per il 2021.

Forti del DISAGIO maturato in questi mesi di INDOTTRINAMENTO e STRESS da parte di migliaia di lavoratori e lavoratrici, le OO.SS. confederali hanno invece chiesto a gran voce il superamento del FNC, ritenendolo inutile e non sovrapponibile ai CDE. L’azienda dopo un’ora di discussione ha accolto la richiesta rinunciando al FNC….

PECCATO CHE il BANDO DEL FNC 2020 scade il 30 giugno 2021 e al MOMENTO NON SONO PREVISTI ALTRI BANDI per l’anno in corso. Questo vuol dire che TIM non avrebbe mai potuto accedere a questi nuovi fondi semplicemente perché inesistenti e perché sono ancora in FASE DI CONSUNTIVAZIONE le ore svolte da dicembre a maggio quando si chiuderà la formazione. Hanno finto di trattare dunque…fingendo di venirci incontro.

Con l’applicazione dei nuovi CDE (42 giorni e 12 giorni a seconda dei settori) fino ad Agosto 2022 ogni lavoratore e lavoratrice, per garantire LA TENUTA DI IMPRESA – perderà circa il 14% del salario. Un risparmio per TIM che si sommerà a quello già previsto per le uscite in ISOPENSIONE (stimato intorno al 12% procapite) e alle nuove assunzioni che comunque vedranno personale immesso in azienda con differenze salariali importanti rispetto alla media. A questo poi possiamo aggiungere i risparmi sui costi vivi industriali a fronte della chiusura per pandemia e gli accordi successivi sullo smart working.

L’accordo prevede inoltre diversi passaggi di livello “necessari al giusto riconoscimento delle professionalità in un momento di cambiamento e forte investimento aziendale nel futuro e nella innovazione tecnologica” e l’aumento di un 25% dell’orario di lavoro dei PART TIME.

Una merce di scambio ipocrita per chi il diritto lo ha già maturato in anni di lavoro e che serve solo a rendere appetibile un accordo sugli ammortizzatori sociali, e che alla fine si traduce in briciole. Sono migliaia i colleghi e le colleghe ancora fermi al 4° livello, come sono centinaia quelli che attendono il passaggio al 6°.

Le 600 assunzioni (pagate con i risparmi della CDE) poi ci sembrano irrisorie A FRONTE DI UN’EMORRAGIA CONTINUA DI PERSONALE E LA NECESSITA’ DI APPALTARE CONTINUAMENTE LAVORO ALL’ESTERNO.

Da 10 anni stiamo pagando per la tenuta dei piani industriali di TIM e anche quest’anno abbiamo scoperto che non sarà quello in cui avremo la retribuzione piena.

Questo accordo non può essere spacciato come un accordo equilibrato. Soprattutto perché sappiamo che gli impegni tecnologici e commerciali dei prossimi mesi determineranno una forte pressione lavorativa.

Riteniamo che l’Azienda abbia anche in questa occasione perso l’opportunità di un salto in avanti rinsaldando la fiducia con i lavoratori e le lavoratrici, riducendo l’orario di lavoro a parità di salario e inserendosi nella sperimentazione europea che sta dando risultati positivi.

I COBAS proprio partendo da una lettura diversa dei dati aziendali hanno rivendicato anche in questa occasione la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

La domanda che ci facciamo ora è fino a quando i lavoratori potranno continuare a sostenere i sacrifici chiesti in modo continuativo dall’azienda e fino a quando manterranno la loro fiducia in organizzazioni sindacali capaci solo di trattare al ribasso e regalarci l’ennesima beffa.

23/04/2021

COBAS TIM

COBAS TIM- SCHEDA TECNICA ACCORDO 23 APRILE