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In maniera del tutto provocatoria l’attuale governo Meloni ha presentato il Decreto Lavoro il PRIMO MAGGIO scorso. Provocatoria perché come vedremo in questo provvedimento, invece di tutelare e sostenere il lavoro, i lavoratori e le lavoratrici, di fatto si produce l’effetto contrario, accentuando marginalità  e  povertà  senza  contrastare  la crisi economica devastante che sta mettendo  in ginocchio centinaia di migliaia di persone.

Uno degli aspetti del decreto è l’ennesimo taglio del cuneo fiscale a carico dei lavoratori dipendenti. Si tratta di un ulteriore 4% che si somma a quanto già stabilito nel gennaio 2023. Ne fruiranno coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente fino a 35.000 euro e sarà progressivo (dai 90 ai 100 euro fino ai 25.000 euro di reddito, dai 50 agli 80 euro dai 25.000 ai 35.000 euro).

Tutto questo finanziato da 3 miliardi che il governo ha destinato dalle tasse che paghiamo quotidianamente.

Come si suol dire, “con la destra ce li prendono e con la sinistra (ma solo una piccola parte) la restituiscono. Non solo. Tale sgravio sul cuneo fiscale FARA’ CUMULO SUL REDDITO aumentando le imposte da pagare e avrà effetti anche sul ASSEGNO UNICO PERCEPITO. 

Insomma una bella presa in giro a colpi di SPOT che non c’entra nulla con l’attuale crisi, l’inflazione galoppante che ha portato i prezzi, i tassi di interesse sui mutui e il costo generale della vita a livelli insostenibili.

Noi riteniamo che debba essere fatto altro.

Tralasciando le considerazioni sulla necessità della riduzione delle spese militari, o sulla necessità di fermare i tagli alla sanità/scuola pubblica che riteniamo parte del salario indiretto, VOGLIAMO DIRE CHE I CONTRATTI NAZIONALI in attesa di rinnovo nel mese di Marzo 2023 sono 32 e coinvolgono circa 6,9 milioni di dipendenti, il 55,6% del totale.

Il RINNOVO DEI CONTRATTI NAZIONALI, gli AUMENTI SALARIALI e il recupero del Potere d’acquisto SONO IL VERO PUNTO NODALE, considerata l’inflazione che sfiora la doppia cifra.

Infatti le PARTI DATORIALI non hanno alcuna intenzione di sedersi ai TAVOLI DI TRATTATIVA e le parti sindacali (VEDI COSA STA SUCCEDENDO NEL NOSTRO SETTORE TLC con il CONTRATTO SCADUTO a DICEMBRE 2022) non hanno alcuna intenzione di accelerare i tempi, abituati come sono ad assecondare le richieste dei loro padroni.

Dentro il DECRETO LAVORO, oltre alla beffa del CUNEO FISCALE è contenuta anche la riforma del REDDITO DI CITTADINANZA. Nella sua nuova veste, di fatto, verrà abolito quel poco di sbarramento economico che era contro la povertà assoluta e condannerà le persone ad accettare CONTRATTI SALARIALI DA FAME. Un bel ricatto e soprattutto un bel regalo da parte del Governo ad imprenditori senza scrupoli, spesso evasori fiscali e contributivi.

Contro queste politiche del “NON LAVORO” e contro la Guerra dichiarata ai poveri, i COBAS parteciperanno il prossimo 27 Maggio ad una Manifestazione Nazionale a Roma, indetta per rivendicare la necessità di un REDDITO UNIVERSALE, contro i ricatti salariali e i CONTRATTI PIRATA, Per la rivendicazione di AUMENTI SALARIALI seri, il SALARIO MINIMO, contro il meccanismo degli appalti a ribasso soprattutto nella pubblica amministrazione.

Roma 22/05/2023

COBAS TIM