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cobas01In data 8 ottobre 2015 abbiamo partecipato all’incontro nazionale tra TELECOM ITALIA e il Coordinamento Nazionale RSU per affrontare la discussione sui cosiddetti “prepensionamenti” previsti dall’accordo quadro del 7 settembre scorso e regolati dall’art. 4 della Legge Fornero.
I lavoratori e le lavoratrici interessati/e sono secondo l’Azienda circa 3069.
Riportiamo per intero l’articolo di legge in questione.

Art. 4 – Ulteriori disposizioni in materia di mercato del lavoro
1. Nei casi di eccedenza di personale, accordi tra datori di lavoro che impieghino mediamente più di quindici dipendenti e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale possono prevedere che, al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani, il datore di lavoro si impegni a corrispondere ai lavoratori una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti, ed a corrispondere all’INPS la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento.
2. I lavoratori coinvolti nel programma di cui al comma 1 debbono raggiungere i requisiti minimi per il pensionamento, di vecchiaia o anticipato, nei quattro anni successivi alla cessazione dal rapporto di lavoro.
3. Allo scopo di dare efficacia all’accordo di cui al comma 1, il datore di lavoro interessato presenta apposita domanda all’INPS, accompagnata dalla presentazione di una fideiussione bancaria a garanzia della solvibilita’ in relazione agli obblighi.
5. A seguito dell’accettazione dell’accordo di cui al comma 1 il datore di lavoro e’ obbligato a versare mensilmente all’INPS la provvista per la prestazione e per la contribuzione figurativa. In ogni caso, in assenza del versamento mensile di cui al presente comma, l’INPS e’ tenuto a non erogare le prestazioni.
7. Il pagamento della prestazione avviene da parte dell’INPS con le modalità previste per il pagamento delle pensioni. L’Istituto provvede contestualmente all’accredito della relativa contribuzione figurativa.

In caso di accordo sindacale, l’Azienda si impegnerà ad allegare un modulo di PREADESIONE con il quale il lavoratore evidenzia il suo interesse ad accedere a tale strumento e l’Azienda girerà i suoi dati all’INPS per le verifiche. Successivamente l’INPS emetterà una documentazione con la quale si indicherà l’esistenza dei requisiti e l’importo mensile che verrà erogato fino al raggiungimento della pensione.
A questo punto il lavoratore potrà confermare o meno la sua scelta. I lavoratori potranno accedere a questo strumento per gli anni: 2016, 2017,2018. Secondo Telecom non ci saranno limitazioni per le adesioni volontarie.
Diversa la situazione di coloro i quali raggiungono i requisiti contributivi PRIMA dei 62 anni necessari : per loro è prevista una penalizzazione per la quale “l’azienda conteggia quanto è l’ammontare della perdita economica e la eroga in una unica soluzione al momento della cessazione del rapporto calcolandola sulle aspettative di vita previste”. Sono circa 47 i casi in tutta Telecom Italia.
La situazione è paradossale: l’Azienda oggi ha davvero a sua disposizione gli strumenti per procedere allo svecchiamento del personale e portare in azienda forze nuove sia per coprire “la cosiddetta base esodabile” sia le carenze storiche coperte oggi dagli appalti. Un accordo del genere ci troverebbe sicuramente d’accordo, come lo saremmo stati anche per i 330 esuberi gestiti con gli strumenti della Mobilità.
Telecom Italia invece opta per il ricatto odioso (la societarizzazione) – che cela una assenza assoluta di visione strategica – e per il ricorso agli ammortizzatori sociali (la solidarietà) per far pagare ancora ai propri dipendenti l’incapacità di scelte coraggiose.
Per far questo ha bisogno di sindacati compiacenti che invece di imporre o almeno condizionare scelte volte a migliorare la situazione lavorativa la fanno permanere nello stato costante della incertezza.
Il peggioramento delle condizioni lavorative nei settori “FRONT” a diretto contatto con la clientela, siano essi di Mercato che Tecnici (Network e Open Access), il peggioramento costante degli orari di lavoro, in barba al progetto Smart Working, la costante uscita del lavoro verso le imprese o gli outsourcer sono il vero specchio di una Azienda in cui oltre alle scelte finanziarie si da spazio ad una linea tecnica che ha come unico obiettivo conservare i propri privilegi e il conseguimento degli MBO.
A nulla valgono le promesse dell’ing. Paggi (presente all’incontro per spiegare l’arrivo di COMDATA a gestire le attivazioni OLO in AOL) e delle relazioni sindacali di convocare degli incontri appositi per chiarire la situazione in OPEN ACCESS.
Roma 9 ottobre 2015

LA DELEGAZIONE COBAS AL COORDINAMENTO NAZIONALE RSU

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