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eutIl prossimo anno ricorre il ventennale della privatizzazione di Telecom Italia. Ironia della sorte, tra i protagonisti di quella che in molti hanno bollato come la peggiore privatizzazione che sia stata mai realizzata, ci sono in fila Prodi, che regalò nel 1997 il controllo di Telecom Italia al cosiddetto “nocciolino duro”, D’Alema che favorì la scalata dei “capitani coraggiosi” e Renzi che, anziché puntare sul recupero del controllo pubblico di Telecom Italia, azienda strategica per gli interessi del Paese, ha decretato il suo definitivo «de profundis», rimanendo impassibile dinanzi alla scalata di Telecom realizzata dai francesi di Vivendi (azienda pubblica francese) e decidendo di investire (sperperare) ingenti risorse pubbliche su una nuova rete targata ENEL.

Della nostra mattanza i francesi hanno incaricato due tra i “migliori” tagliatori di teste disponibili sulla piazza, Cattaneo e il settantenne Micheli. E le scelte fatte fin d’ora dal duo non lasciano dubbi sul mandato ricevuto dai francesi: demolire l’Azienda, con i lavoratori dentro. Certo, per loro il boccone è succulento. Un bonus di 55 milioni al 2020, più la “normale” retribuzione e benefits per i servigi resi fin tanto che manterranno le loro cariche. Per questo il nuovo vertice non sta lesinando tagli a tutto il personale, pretendendo contemporaneamente maggiore produttività, attraverso la disdetta della contrattazione integrativa. Fino ad ipotizzare anche il becero riproporzionamento del valore del buono pasto per i part-time e impegnando tutta l’azienda nella manicomiale battaglia sulle EF. Poco importa se nel frattempo l’azienda è allo sbando, tanto l’obiettivo è l’EUTANESIA di Telecom Italia.

Il duo Cattaneo-Micheli hanno però un merito e gli va riconosciuto, grazie ad errori che nemmeno dei  pivelli delle relazioni sindacali avrebbero mai commesso, hanno ridestato il corpo vivo della nostra azienda che, in modalità assolutamente genuina, unitaria ed autorganizzata, si sta mobilitando da diverse settimane con centinaia di presidi e scioperi in tutta Italia, contro la politica dei tagli imposto dai nuovo management e per affermare un principio semplicissimo: «IO NON SONO UN COSTO».

FERMIAMOLI E MANDIAMOLI A CASA, il vero costo sono LORO!
IL 13 DICEMBRE SCIOPERIAMO E MANIFESTIAMO TUTTI E TUTTE!

Partecipiamo alla manifestazione, a Roma dalle ore 10 da piazza Barberini, promossa dal movimento degli autoconvocati

Nella stessa giornata i COBAS hanno promosso anche lo sciopero per tutte le aziende delle TLC, in quanto nella trattativa in corso sul rinnovo del CCNL le richieste di ASSTEL su flessibilità, demansionamenti, controllo a distanza, taglio dei costi sono del tutto simili a quelle avanzate dal vertice TIM

COBAS TIM

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