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I fatti sono noti: il 27 giugno l’azienda ha comunicato l’intenzione di fare ricorso al Fondo Integrativo Salariale (FIS) al 40% per le sedi di Montalto Uffugo, Lamezia Terme e Crotone. Ciò a fronte di una già avvenuta riduzione dei volumi di lavoro sulle sedi calabresi da parte del committente TIM e l’annuncio di ulteriori riduzioni. L’azienda ha inoltre evidenziato che se TIM confermerà le riduzioni, a luglio si parlerà di veri e propri esuberi e si dovrà fare ricorso alla mobilità (si legga: licenziamento).

Questa situazione è il punto di arrivo di ciò che TIM aveva già prospettato alle segreterie sindacali e negli incontri con le RSU ad aprile di quest’anno. In quella sede l’azienda aveva dichiarato chiaramente la volontà di implementare canali di risposta e lavorazione automatizzati (cd canali not-human attraverso l’impiego di “intelligenza artificiale”) e aveva chiaramente prospettato la diminuzione di volumi verso gli outsourcer (vedi comunicato RSU Cobas TIM Calabria del 17.4.2019).

È solo l’ennesimo esempio di come il sistema dell’outsourcing e i grandi committenti delle TLC giochino in maniera spregiudicata sulla pelle dei lavoratori. Nell’immediato, è necessario esperire ogni azione necessaria a difesa dei salari e del posto di lavoro.

Nello specifico della vertenza Abramo, riteniamo che:

  • sia condivisibile nell’immediato la proposta di coinvolgere tutte le sedi del gruppo in una razionalizzazione del lavoro e, in caso di ricorso agli ammortizzatori sociali, di spalmarne gli effetti su tutte le sedi allo scopo di mitigarne l’impatto. L’organizzazione aziendale ne guadagnerebbe in dinamicità e capacità di far fronte alle riduzioni dei volumi;
  • sia necessario alzare l’attenzione su TIM, pretendendo una più equa distribuzione del lavoro e maggiore stabilità nei flussi, anche diversificando le lavorazioni e dunque investendo nella formazione professionale delle operatrici e degli operatori; facendo pressione per riportare le lavorazioni out-bound in Italia e affinché l’applicazione dell’intelligenza artificiale e dell’automazione non cancelli posti di lavoro ma ne crei di nuovi attraverso la riqualificazione professionale;
  • sia necessario fare pressione su Abramo CC, affinché ogni riduzione di volume, fisiologica per il settore, sia riassorbita da una distribuzione e organizzazione del lavoro più equa e leale, senza dover ricorrere agli esuberi;
  • sia necessario investire sia la Regione che il Ministero, affinché si adoperino concretamente per una soluzione positiva;
  • sia improcrastinabile organizzare sin da subito la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici di tutto il gruppo Abramo, con l’obiettivo di inchiodare sia il committente che l’outsourcer alle proprie responsabilità e scongiurare sia gli ammortizzatori sociali che i licenziamenti.

Invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori Abramo CC a:

  • fare pressione sulle RSU affinché convochino subito le assemblee in cui discutere e organizzare le necessarie azioni di lotta;
  • impedire che le assemblee siano monopolizzate dalle segreterie sindacali attraverso una vostra partecipazione attiva e una consapevole presa di parola: è del vostro futuro che si discute, non delegatelo a nessuno!
  • adoperarsi attivamente affinché le RSU si rendano strumento effettivo di condivisione con i lavoratori e le lavoratrici di ogni informazione sullo stato della vertenza ad ogni livello.

Solo con una risposta organizzata, determinata e consapevole da parte dei lavoratori e delle lavoratrici possiamo sperare di scongiurare riduzioni salariali e licenziamenti. Rimangono per noi incomprensibili le posizioni attendiste e autolesioniste di chi dichiara che “per essere ascoltati vanno dichiarati gli esuberi”! Non dovremmo piuttosto scongiurarli? Qualunque tavolo di trattativa con i lavoratori già in esubero ci vedrebbe in grande difficoltà. Inoltre riteniamo tardiva la risposta delle segreterie sindacali, essendo questa situazione il frutto di scelte già annunciate. Senza perdere altro tempo dobbiamo lottare invece perché nessun posto di lavoro sia perso. Diamo dunque il nostro completo appoggio alle lavoratrici e ai lavoratori Abramo CC ed esprimiamo la massima disponibilità a supportarli nella loro battaglia.

3.7.2019, Comitati di base dei lavoratori di Comdata, Almaviva e Covisian

Cobas del Lavoro Privato – Cosenza

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