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Un’idea fantastica. Un progetto che avrà sicuramente fatto prendere un bel premio al suo ideatore in quanto con il suo FRONT-END  UNICO l’azienda mira a risparmiare un bel po’ di soldini (dovendo pagare le multe dell’AGCOM…).

In questo processo, che parte da lontano e, da due anni a questa parte, sta rivoluzionando le supervisioni succede che: accorpano, chiudono, trasferiscono, acquistano operatori del Caring con il loro “bagaglio di esperienze” (che qui purtroppo serve a poco…) e, dulcis in fundo, nella riorganizzazione, ci infilano anche i nuovi turni.

Turni, badate bene, congeniati con la spada di Damocle dell’ART. 26 del CCNL…cioè applicabili anche in modo UNILATERALE (senza il consenso sindacale) da parte dell’Azienda.

Facciamo attenzione però, perché le discussioni di questi giorni relative ai nuovi turni, alle tanto temute 11 ore di intervallo tra due e quant’altro, ci stanno distraendo dal problema principale: i CARICHI DI LAVORO.

Di fatto quel che prima si faceva in 650 persone ora viene richiesto che lo si faccia in 470…nulla in contrario se non fosse che….NON CI SI RIESCE.

Non solo. Con questo “taglia e cuci” il risultato è che chi  prima gestiva parte di una rete, con competenze acquisite passo passo, anno dopo anno, ora si trova improvvisamente a gestirne una intera o addirittura più di una, a fronte di una formazione fatta in poche settimane e qualche affiancamento. Difficoltà che si moltiplicano per i colleghi del Caring che, oltre a dover imparare cose lontane anni luce dalla loro precedente attività, lo devono fare nel bel mezzo di una riorganizzazione che complica la vita ai Senior, figuriamoci a loro !!!!!

In questa situazione di caos e pessima organizzazione non c’è margine per gestire l’emergenza quando per emergenza si intende sia il guasto importante che le improvvise indisponibilità del personale, a volte per malattia, a volte per permessi necessari a gestire la

vita quotidiana. Cosa accadrà quest’estate quando, già ridotti all’osso avremo anche l’ardire di voler andare in ferie?  O di usufruire di congedi parentali?

Esiste una linea tecnica capace di comprendere queste pur semplici esigenze?

Esiste qualcuno in grado di poter discutere serenamente del fatto che questi numeri non vanno bene (oltre ad aver fatto danno nei territori)?

Pertanto, riteniamo necessario, piuttosto che continuare a ragionare facendo ricorso a STATISTICHE di Trilussiana memoria, che una giusta soluzione a questo stato di cose non possa derogare dalle seguenti due scelte:

  1. ristabilire immediatamente il numero originale dell’organico e tenerlo immutato per almeno 24 mesi, tempo minimo per far acquisire a tutto il personale coinvolto quella componente di esperienza necessaria;

  2. l’immediata uscita del settore dalla solidarietà.

Solo dopo si potrà parlare di Turni e a quel punto, a nostro avviso, sarà chiaro che la flessibilità (tanto decantata anche da parte delle OO.SS. Firmatarie) è un’arma a doppio taglio pensata dall’Azienda unicamente per contenere il costo del lavoro.

Rispettare, invece, le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici è l’unico (ed efficace) modo per garantire un servizio di qualità specialmente in un settore così strategico per Telecom.

RSU COBAS Lazio

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