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All’indomani dei dati di bilancio preconsultivi, si concretizza immediatamente il passaggio del pacchetto azionario di Cassa Depositi e Prestiti (braccio operativo della Golden Power), a Poste SPA per l’intero controvalore del 9,81% del Capitale Azionario di TIM SPA. In cambio Poste SPA lascia a CDP il 3,81% di NEXI Spa, la famosa piattaforma di pagamenti.

Poste SPA è un soggetto operante anche nel mondo delle TLC ed il suo capitale ha una composizione più stabile rispetto agli ultimi anni di TIM con un 35% di proprietà di CDP e 29,26% del MEF…..già proprio quel MEF che doveva rendere tutti dipendenti statali i colleghi e le colleghe di FIBERCOP.

In termini di soggetti attivi nella Governance societaria non cambia molto se non per alcuni temi legati alla libertà di azione che ha un soggetto privato a capitale pubblico come Poste SPA, al contrario di CDP che deve agire più strettamente in conformità con le azioni di Governo del Paese.

Si tratta – da quanto apprendiamo – di una mossa dettata dalla enorme disponibilità di capitali di Poste SPA in questa fase e dalle strategie di investimento necessarie verso l’inevitabile concentrazione del Mercato TLC.

Concentrazione inevitabile perché – come affermato più volte in questi anni – la frammentazione di operatori ha portato all’impoverimento dei margini che Manager a corto di visione hanno sempre scaricato con i tagli ai nostri salari.

Anche per questo la separazione TIM/ FIBERCOP   l’abbiamo sempre giudicata un falso problema e in controtendenza con le politiche in atto in tutto il settore TLC a livello internazionale, basti pensare all’abbandono dell’idea di separazione della Rete da parte di Wind, l’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Fastweb, ma anche le “piccole” operazioni effettuate già nel 2024 da TIM su aziende che avevano conquistato piccole nicchie di mercato.

Non è un caso neanche che tale passaggio si concretizzi all’indomani dell’accettazione dell’offerta di vendita di Sparkle, una offerta che solo pochi mesi fa era stata considerata insufficiente, e all’indomani della controversia legata al Miliardo di rimborsi che lo Stato dovrà riconoscere a TIM spa.

Qualcuno deve aver compreso che TIM ha ancora potenzialità enormi che può consentire agli investitori di essere remunerati adeguatamente se viene sottratta alle continue manovre speculative finanziarie.

In definitiva come sempre abbiamo tentato di spiegare, ciò che conta per i nostri salari, per i nostri posti di lavoro e per la stessa utilità sociale di questa azienda verso il Paese, non è il CHI ma il PERCHE’!

Tra Stato e Privato, tra Italianità e Capitale Straniero, conta chi ha una visione industriale e non puramente finanziaria, chi ha intenzione seriamente di costruire un’infrastruttura all’altezza dei tempi per tutte le esigenze di telecomunicazioni e digitali dell’Italia.  Un tema da troppi anni non affrontato al di là delle dichiarazioni di facciata.

Sullo sfondo ci sono altri scenari che si stanno concretizzando, con un ulteriore passaggio di mano del pacchetto azionario di Vivendi. I francesi hanno già declassificato da tempo il proprio investimento da strutturale a finanziario, in attesa di trovare un compratore che possa valorizzare le azioni in loro possesso.

La scelta tra Cvc (fondo speculativo sponsorizzato ancora dal Governo Meloni al pari di KKR) o Iliad appare come prospettiva palesemente antagonista a quella legata all’ingresso di POSTE: da una parte abbiamo un soggetto che vorrebbe una politica a breve tempo per realizzare un margine di profitto importante sul movimento azionario; dall’altra un soggetto che pur avendo operato enormi investimenti per conquistare una discreta fetta del mercato Consumer (circa 9,5 milioni di linee) si è reso conto che nelle TLC la specializzazione su un canale di vendita non è sostenibile a lungo termine e vuole consolidarsi finchè può mettere sul tavolo della trattativa un “patrimonio” .

Le prospettive di Poste potrebbero rivelarsi invece meno speculative e più stabilizzatrici, anche se non vanno dimenticate le politiche di privatizzazione, di taglio al servizio pubblico e ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici in atto da anni in questa azienda.

Di certo ci sarà molto di cui stare attenti e vigili, perché , come accade ogni volta, i cambi di proprietà portano cambi di Governance e di politiche occupazionali.

Nel bel mezzo abbiamo un CCNL scaduto e con una trattativa interrotta; un contratto di II livello che necessita di una “manutenzione” e un contratto di solidarietà che non ha alcun motivo di esistere (scadenza 1 luglio 2024) nonostante i giudizi positivi che le OO.SS. FIRMATARIE ne hanno dato nell’ultimo incontro dell’osservatorio congiunto con l’azienda.

Per questo IN UN CONTESTO IN VELOCE EVOLUZIONE E’ FONDAMENTALE CHE I LAVORATORI E LE LAVORATRICI sostengano i COBAS alle prossime elezioni RSU in TIM che si terranno il 17-18 Marzo prossimo.

Avere delegati e delegate capaci di una visione altra e non scontata  al COORDINAMENTO NAZIONALE RSU rappresenta una opportunità da non perdere. 

Vi invitiamo a non perdere la prossima puntata del TG DELLE TLC – MERCOLEDI’ 19/02 alle ore 17,30    IN DIRETTA sui NOSTRI CANALI SOCIAL 

CANALE YOU TUBE –  COBAS TELECOM – https://youtube.com/live/mrd4pxQtMOI

Commenteremo in diretta lo scenario in evoluzione, faremo il punto sul rinnovo del CCNL e avremo l’opportunità di ascoltare i delegati COBAS delle POSTE ITALIANE, per commentare con loro il nuovo scenario. 

Roma 15/02/2025

COBAS TIM