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In data 27/11/2017 si è svolta presso il Comune di Torino l’audizione in Commissione Lavoro con ordine del giorno: “COMDATA, criticità occupazionali relative alle sedi di Torino e di Ivrea”.

Erano presenti rappresentanze Cgil, Cisl e Uil, rappresentanze Cobas e Cub delle sedi Comdata di Torino e Ivrea, Rsu Fiom Innovis Ivrea.

E’ stata l’occasione per riportare le nostre istanze a interlocutori esterni interessati al livello qualitativo del lavoro in Piemonte descrivendo sia la situazione della nostre sedi sia un quadro generale di Comdata in Italia e nel Mondo.

Abbiamo fatto emergere importanti preoccupazioni circa diverse questioni sulle strategie messe in atto dall’Azienda negli ultimi mesi, perche’ siamo convinti che non ci si debba necessariamente trovare di fronte a crisi occupazionali per parlare di lavoro, occupazione e qualita’ di vita.

I temi sollevati dalle Organizzazioni Cobas e Cub sono stati i seguenti:

  • Criticità che ravvisiamo rispetto all’attuale impiego dei mezzi e degli strumenti di formazione, per lo più destinati al personale in somministrazione, facendo rilevare che invece al personale dipendente viene proposto lo strumento della cosiddetta “formazione a gettone”.
  • Preoccupazione circa la questione delocalizzazioni relativamente alle quali non vengono fornite dall’Azienda informazioni di alcun tipo, ne’ in termini di logiche imprenditoriali ne’ in termini di attivita’ coinvolte e loro destinazione.
  • L’esercizio sistematico di pressioni all’esodo tramite colloqui al limite della intimidazione nei confronti del personale con contratti dalle fasce orarie definite o con maggiore anzianita’ aziendale e relativi maggiori scatti di retribuzione, elementi che rendono questi lavoratori rispettivamente meno flessibili e piu’ costosi rispetto a nuovi assunti. Abbiamo avuto pochi mesi fa un chiaro esempio di questo comportamento con il trattamento riservato ai lavoratori con esenzioni dalla risposta telefonica delle sedi di Ivrea e di Torino ai quali e’ stata prospettata la chiusura dei loro reparti e i un caso il loro trasferimento in altra sede e nell’altro l’invito a uscire dall’Azienda con un risibile incentivo. Tali pressioni hanno in alcuni casi portato a dimissioni volontarie. A oggi quelle attivita’ e quei reparti sono ancora in essere in entrambe le sedi a dimostrazione di come le asserite necessita’ riorganizzative aziendali spesso sottendano il malcelato scopo di ridurre il personale.
  • Continua richiesta di disponibilta’ a ridurre il proprio orario lavorativo e di conseguenza il proprio salario in cambio della concessione di turni con orari agevolati, in una inaccettabile logica di baratto tra qualita’ di vita e retribuzione.
  • Eccessivo ricorso alla tipologia contrattuale Part Time come unica forma di assunzione e sua esasperata flessibilizzazione che contrasta con le disposizioni di legge in materia.
  • Costanti pretese di fruizione di permessi e ferie per far fronte a necessita’ aziendali di improvvise rimodulazioni orarie dei reparti, quando essi in realta’ sono istituti volti al recupero psico-fisico del lavoratore e non uno strumento di ulteriore flessibilta’ nella disponibilta’ dell’Azienda. Per quanto non imposte in maniera obbligatoria, tale richieste vengono fortemente caldeggiate dai responsabili aziendali determinando situazione per le quali molti lavoratori si trovano ad avere addirittura saldi negativi di tali istituti.
  • Ricorso strutturale e sistematico a centinaia di lavoratori in regime di somministrazione che non risponde piu’ a necessita’ momentanee o stagionali come dovrebbe essere e conseguente loro condizione di precarieta’ permanente.

In difformità con quanto da noi descritto le rappresentanze di Cgil, Cisl e Uil hanno invece teso a ridimensionare la portata della nostra denuncia dipingendo Comdata come un’azienda in cui le condizioni di lavoro sono tutto sommato accettabili stante il panorama complessivo delle società di telecomunicazioni che vede altre società molto più aggressive, e dato il fatto che Comdata avrebbe rinunciato finora ad approfittare di tutte le maglie delle clausole contrattuali del Ccnl che le consentirebbero maggiore pressione sui dipendenti.

Punti di vista differenti, senz’altro, su cui ognuno puo’ fare le proprie considerazioni.

I consiglieri del Comune di Torino, a seguito di tutto quanto sopra indicato hanno proposto alla ai membri della Commissione Lavoro del Comune lavorare alla costruzione di un incontro in data da destinarsi presso la Regione Piemonte alla presenza dell’Azienda. In quella sede verra’ inoltre richiesto a Comdata di certificare come vengano utilizzati fondi della Comunità Europea sulla formazione al fine di verificare che non vi siano contraddizioni tra la richiesta di fondi per la formazione in Italia e la contemporanea delocalizzazione delle attività all’Estero.

I consiglieri hanno anche richiesto una verifica sulle denunciate azioni vessatorie, di ricatto e prevaricazione  in uso nella gestione del personale aziendale.

Riteniamo che l’incontro sia stato utile quale momento di inizio di un confronto con le istituzioni locali che auspichiamo possa proseguire con positive ricadute sulla vita in azienda.

Cobas Comdata