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Impazzano gli articoli che dicono tutto e il contrario di tutto sul futuro assetto del Gruppo TIM. Ad alimentare la confusione vi è certamente l’incertezza con cui l’azienda stessa procede oltre a giornalisti improvvisati che confondono piani, proposte cui si aggiungono campagne elettorali e indiscrezioni utili solo alle speculazioni finanziarie.

Ci compete in questi giorni chiarire quanto emerge in alcuni articoli che vedrebbero in vendita  la  struttura  Enterprise  a  favore   di  questo o di quel fondo.

Chiariamo subito che alla fine di settembre 2022 nessun Asset o Divisione e’ stata separata da TIM SPA, pertanto prima di vendere andrebbe fatto necessariamente questo: una separazione societaria.

L’Organizzazione presentata nel piano industriale, oggi, e’ una dichiarazione di intenti che non ha visto passaggi societari ma solo organizzativi; pertanto quello che invece dovrebbe preoccupare e’ l’incespicare di questo Piano Industriale, che si dava per tracciato ed ineludibile ma, invece, sta portando diversi sbandamenti e spinge verso soluzioni pericolose e senza prospettive di medio lungo periodo se non quella di fare cassa per l’azionista di maggioranza.

L’inerzia data da Labriola potrebbe portare alla svendita dei pezzi piu’ pregiati, non ultimo TIM Brasil di cui si parla poco e che rischia di essere la maggior indiziata alla vendita.

L’eventuale operazione forse  riempirà  le casse del Francese d’oltralpe ma non solo non risolverà i problemi del debito, ma  aggraverà ulteriormente le criticità  a causa dei  mancati ottimi  ricavi della Tim Brasil.

Vedremo  a  quale “amico”  l’asse Giorgia – Pietro  “regaleranno il gioiello del gruppo“.

Sembrerebbe che l’attesa San Giorgia anziché sconfiggere i Draghi ne segua la traccia di liquidatore industriale.

E veniamo a noi. Cosa ci attenderà dopo la falciatura dei costi del personale?

Vedremo…i nodi verranno al pettine e le filastrocche rassicuranti dei saltimbanchi e dei pifferai ora pagheranno dazio alla verità.

L’ascia fa ombra su quelle divisioni aziendali tanto auspicate dagli speculatori vicini al mondo della politica e della finanza…

Nelle prossime settimane conosceremo la verità sulla trattativa non vincolante della Rete, su cui si e’ puntato molto nonostante oggi, al riguardo, non vi sia certezza.

Evidenziamo anche il fatto che vincere la gara in consorzio con Sogei e Leonardo sul Cloud delle PA e ipotizzare di vendere Noovle per fare cassa sarebbe un’altra dimostrazione di cecità’ industriale. L’ennesima operazione senza prospettiva che mira a far recuperare denaro al Francese minando strutturalmente la capacità di sostenibilità industriale e finanziaria dell’universo Tim. Decisioni queste che subiamo da tempo nonostante le nostre reiterate denunce e che ci hanno portato a queste condizioni.

Non possiamo che ripetere, come facciamo dal 2013,  che l’unica soluzione e’ una TIM UNICA E PUBBLICA PER IL PAESE E PER CHI CI LAVORA,  ma…cari lavoratori e lavoratrici senza lottare, invece di salvarci il posto di lavoro ci troveremo impaludati e assisteremo inermi alla dissoluzione del più’ grande operatore di TLC del Paese.

Roma 30/09/2022

 COBAS TIM